Il Comunismo nel XXI secolo. Storia di un’idea, tra utopia, teoria e prassi, dentro e oltre il centenario della rivoluzione d’Ottobre

Il comunismo per noi non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi.

Chiamiamo comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente. Le condizioni di questo movimento risultano dal presupposto ora esistente. […]

Il primo presupposto di ogni esistenza umana, e dunque di ogni storia, il presupposto cioè che per poter « fare storia » gli uomini devono essere in grado di vivere.

Ma il vivere implica prima di tutto il mangiare e bere, l’abitazione, il vestire e altro ancora.

La prima azione storica è dunque la creazione dei mezzi per soddisfare questi bisogni la produzione della vita materiale stessa, e questa è precisamente un’azione storica, una condizione fondamentale di qualsiasi storia, che ancora oggi, come millenni addietro, deve essere compiuta ogni giorno e ogni ora semplicemente per mantenere in vita gli uomini.

 

K. Marx – F. Engles, L’ideologia tedesca, 1846

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Che cosa significa pensare il comunismo nel XXI secolo e come possiamo leggere la sua eredità storica, politica e filosofica, a cento anni dalla rivoluzione d’Ottobre e nel quadro di un secolo che si vorrebbe “post-ideologico”?

Che cosa significa ripensare una teoria critica e una prassi rivolte all’emancipazione sociale? La parola “comunismo” può ancora essere utilizzata per indicare progetti di emancipazione dei soggetti subalterni e/o l’immaginazione di “istituzioni sociali insorgenti”? Quali forme politiche odierne intersecano questo percorso e quale ruolo gioca il tema del riconoscimento tra eguali, che rappresenta il nucleo centrale dell’idea comunista ?

Che cosa intendiamo per “comunismo” o per “socialismo” oggi? In che rapporto possiamo leggere comunismo e utopia?

La redazione della rivista “Thomas Project” lancia una call for paper per riflettere sul concetto di “comunismo” a partire da due prospettive: da un lato, discutere il passato del comunismc per indagare l’opportunità di una “memoria del possibile”, dall’altro ricollocare e leggere l’idea comunista nel momento della crisi economica, politica, culturale e antropologica che oggi viviamo. Una simile operazione sembra richiedere nuovi strumenti di analisi e un distacco necessario da un’idea improduttiva di “fine della storia”.

Si tratta di ripensare il concetto di comunismo setacciando diversi campi del sapere: da quanti teorizzano il comunismo risemantizzandolo, sulle orme di Ernesto Laclau, attraverso la ragione populista, a quanti invece rigettano quell’opzione, considerandola frutto della postmodernità, per ripensare il comunismo alla luce delle insorgenze dimenticate e sconfitte militarmente, ma non per questo nella loro progettualità sociale.

La call for paper propone di mettere a fuoco alcune questioni centrali:

  • Il ripensamento di una teoria politica critica che vede nell’attuale Marx renaissance un punto cruciale;

  • Analizzare il ruolo delle organizzazioni storiche che hanno dato gambe all’ipotesi comunista: che cosa significa oggi organizzare un partito, un movimento sociale o un sindacato che si ponga il problema della frammentazione dei soggetti subalterni?
  • Il rapporto fra l’ipotesi comunista e l’idea di democrazia, in particolare se e come l’ipotesi comunista possa sanare le attuali aporie della crisi democratica che stanno attraversando le istituzioni nazionali e sovranazionali;

  • Quali distanze intercorrono tra l’ipotesi comunista e le esperienze di totalitarismo novecentesche;

  • Memorie del comunismo: esperienze storiche di società marxiste o utopiche realmente esistite nel XXI secolo (dalle colonie socialiste statunitensi ai governi effimeri in America Latina…)

  • L’idea di comunismo e le più recenti esperienze di attualizzazione dell’ipotesi comunista: pensiamo ad esempio ad avanguardie politico-culturali come l’internazionale situazionista o a forme di organizzazione rivoluzionaria come il Black Panter Party, il neo-zapatismo, ecc. 

  • Affinità e divergenze tra le teorie dei commons e l’ipotesi comunista;

  • In che modo possiamo leggere e valutare la persistenza di vulgata neoliberista e postmoderna della “fine delle ideologie” – madre di una rappresentazione mortifera dell’ipotesi comunista che è sopravvissuta a secoli e secoli di sfruttamento capitalista, fin dalla prima “globalizzazione” avviata dalle scoperte geografiche a cavallo fra Quattrocento e Cinquecento – e la sopravvivenza dell’idea comunista;

  • Che cosa lega la mozione d’ordine del “diritto alla città” e l’ipotesi comunista;
  • Quale significato e valore assume la nuova riflessione sulla tradizione consiliarista, che prende le mosse dall’esperienza della Comune di Parigi;

  • Le “iconografie” del marxismo e del comunismo. Pratiche di trasmissione e riappropriazione delle ipotesi comuniste attraverso l’arte, il cinema, la fotografia, gli usi dell’archivio. Il marxismo come motore dell’arte, l’arte come mercificazione del comunismo: casi e smentite. (Sono ammesse anche recensioni di pubblicazioni, film, rassegne o iniziative in tema). 

  • Il comunismo nell’immaginazione: immaginari fantascientifici o distopici e descrizioni romanzate del comunismo, libere dalle catene del realismo e del reale. Cosa apportano? Come interagiscono con il comunismo teorizzato?
  • Per una critica dell’uso e delle possibilità delle ricorrenze. 1917-2017: “autentica” ricorrenza o rivoluzione passiva di un evento?

Thomas Project


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Previa verifica della redazione della rivista, i contributi inviati verranno pubblicati sul primo numero della rivista “Thomasproject”. La rivista è semestrale.


Le proposte vanno inviate a: redazionethomasproject@gmail.com entro e non oltre le date:

30 giugno 2017: consegna abstract (max 2000 battute, spazi inclusi) 

5 settembre 2017: comunicazione della selezione abstract
15 gennaio 2018: consegna articoli (min 15 mila, max 30 mila battute, spazi inclusi). 

Uscita prevista: marzo 2018 

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