Mike Davis: «La pandemia provocherà un dissenso che arriverà nelle strade». Intervista di Pablo Ximénez de Sandoval

Il testo è tratto da: El País Brasil, 5 agosto 2020. L’intervista è avvenuta a partire dall’ultimo libro di Mike Davis “THE MONSTER ENTERS. COVID-19, AVIAN FLU AND THE PLAGUES OF CAPITALISM“.

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Nella sociologia di Los Angeles della fine del XX secolo, esiste un autore imprescindibile, Mike Davis, il quale ha dissezionato il futuro della grande città californiana nei suoi libri, “Città di quarzo. Indagando sul futuro a Los Angeles”(Manifestolibri) e “Geografie della paura. Los Angeles: l’immaginario collettivo del disastro” (Feltrinelli). Nel 2005, dopo lo scoppio dell’influenza aviaria, Davis ha scritto un libro sul pericolo che questi virus, i quali si trasmettono passando dagli animali agli uomini, possono causare una pandemia catastrofica. “Il mostro bussa alla nostra porta” [non tradotto in Italia] offre una lettura visionaria per questi che sono i tempi del Covid-19. Questa pandemia – che, diversamente dall’aviaria, è quella vera – avrebbe richiesto una nuova versione del libro. Per cui, ora viene ripubblicato con il titolo “The monster enters“. Lo storico marxista analizza quali sono le condizioni che hanno reso impossibile fermarlo, e come ne hanno aumentato gli effetti. Oggi, Davis ha 74 anni. Ha parlato al telefono, dalla sua casa a San Diego, California, dove vive con la moglie messicana-americana e due figli adolescenti. Da quando ha avuto inizio la pandemia di coronavirus, vive confinato nel suo garage insieme al suo cane, bevendo pinte di birra Guinness: «Ho avuto due cancri. Il mio sistema immunitario è praticamente distrutto. In sostanza, considero tutto questo come una sentenza di morte. Vedo ben poche possibilità di poter avere nuovamente una vita normale.»

 

Domanda: Lei aveva previsto che sarebbe arrivata una pandemia la quale avrebbe avuto queste caratteristiche. Ma cos’ha questa pandemia che lei non si aspettava?

Risposta: La pandemia sta seguendo le linee che ci si aspettava, e alle quali in generale eravamo preparati. Molti paesi avevano dei piani di risposta. Eravamo stati avvisati da generazioni. Forse la sorpresa più grande è stata che questo virus è assai diverso sia dalla SARS che dal MERS; queste sono assai più mortali, ma la SARS si trasmette solo quando si è già malati e quando i sintomi si sono già presentati da molto tempo. A Gennaio, il dottor Antonio Fauci (epidemiologo della Casa Bianca) ha dichiarato che non esiste nessuna epidemia ad essere stata diffusa da persone contagiose asintomatiche. Questa era un’opinione ortodossa. Ora vediamo degli studi che mostrano che gli infetti asintomatici arrivano ad essere il 60%. Si tratta di un pericolo che non era stato previsto. Come ha detto Fauci, è una tempesta perfetta. È un morbo che forse si è diffuso 10 volte più di quanto credessimo. Dal momento che non causa danni ai bambini e ai giovani, ecco che allora possiamo considerare garantito quello che è un comportamento imprudente. Ma per tutti gli altri è mortale e, oltre tutto, è mortale in maniera spettacolare. Oltre i polmoni, attacca il cuore e i reni, e ora si cominciano a vedere anche danni cerebrali. Si tratta di un virus da incubo. Ed esiste la possibilità che diventi endemico come l’influenza.

 

Domanda: Nel libro, sostiene che il sistema economico impedisce che ci siano incentivi per sviluppare dei vaccini. Continua ad essere ancora così?

Risposta: È stato proprio il team economico di Trump ad aver pubblicato una relazione in cui si afferma che le grandi imprese farmaceutiche non avrebbero potuto rispondere a questa cosa in quanto non investono nella ricerca e nello sviluppo di nuovi antibiotici, antivirali o vaccini, perché ciò richiederebbe miliardi in sussidi governativi. Dall’altro lato, vediamo una pletora di piccole aziende biotecnologiche che sfruttano quelli che sono stati i progressi nel bio-design e nel sequenziamento genetico, ma che non hanno soldi. Il capitale di rischio non è attratto da queste imprese. Esisteva un consorzio che comprendeva un laboratorio ospedaliero in Texas che aveva fatto un potenziale vaccino per la SARS, ma non è riuscito ad ottenere i finanziamenti per svilupparlo dal momento che la SARS sembrava essere scomparsa. Gli esperti di vaccini, hanno sottolineato che se ci fosse stato un vaccino contro la SARS, questo sarebbe stato una piattaforma perfetta per poter sviluppare un vaccino contro il coronavirus, ciò perché  il SARS-CoV-2 (il virus del covid-19) condivide circa l’80% del proprio genoma con quello della SARS. Avremmo potuto già essere mesi avanti.

 

Domanda: Ma ora c’è un potente incentivo capitalista a sviluppare un vaccino a tempo di record.

Risposta: Sì, certo, ma se questo avverrà in tempo record, sarà per due motivi. Uno, a causa della rivoluzione che c’è stata nel design dei vaccini. E l’altro, grazie ad una collaborazione internazionale tra i ricercatori che non ha precedenti. In un momento in cui l’economia sembra che si stia de-globalizzando, e che gli Stati Uniti sembrano decisi ad entrare in una nuova guerra fredda contro la Cina, a livello scientifico esiste una sola comunità di ricerca. Nonostante tutto il male avvenuto in Cina, il suo governo a gennaio ha reso disponibile ed ha condiviso il genoma del virus. Ad essere leader, è questa comunità di ricercatori, e non quella farmaceutica. E le grandi case farmaceutiche entrano in azione dal momento che ricevono sussidi da tutto il mondo.

 

Domanda: Nel suo libro lei ha previsto che in qualsiasi scenario la pandemia non avrebbe avuto nessuna pietà per i poveri. Con i lavoratori essenziali nei paesi ricchi, stiamo assistendo a questo. Sono loro che si trovano ad agire in prima linea.

Risposta: Evidentemente è così. I lavoratori poveri, appartenenti alle minoranze e che, inoltre, in questo paese sono anche vittime delle condizioni in cui vivono. Milioni di persone non hanno assistenza sanitaria, ma in più ci sono i milioni che soffrono a causa della perdita del loro lavoro, e pertanto, per certi versi, era prevedibile che il peso dell’epidemia e della morte sarebbe ricaduto in maniera sproporzionata sugli immigrati e sulle persone di colore. Questo sta avvenendo anche nei paesi europei, dove i servizi malpagati dipendono dal lavoro degli immigrati. Le cifre sono le stesse, soprattutto nel Regno Unito. Ma in questo paese, i cosiddetti lavoratori essenziali sono stati del tutto abbandonati. È come per “La Scelta di Sophie”: il lavoratore essenziale americano deve decidere tra perdere la casa o pagare l’affitto, ma così facendo mette a rischio la famiglia, che abita in quelle case dove convivono diverse generazioni; cosa comune tra la popolazione immigrata. Esistono milioni di persone che hanno questo dilemma e nessuno che sia stato in grado trovare una soluzione, una proposta. Inoltre, il Dipartimento del Lavoro si è rifiutato di rendere obbligatoria una regolamentazione relativa alla sicurezza sul lavoro. Si tratta, letteralmente, di negligenza criminale. La responsabilità è del governo federale, che la scarica sulle spalle dei lavoratori. Vado a pagare le bollette? E se lo faccio, finisco per uccidere la nonna? Ecco, è questo il genere di dilemma che la gente si trova ad affrontare.

 

Domanda: È una cosa che non poteva essere prevista 15 anni fa. Che tutto questo sarebbe successo, avendo Trump come presidente.

Risposta: Senza dubbio. Ma quello che vediamo, da gennaio, non è solo una cattiva gestione. Fin dal primo minuto al potere, ha cercato di tagliare la spesa sanitaria pubblica. Abbiamo visto la sua crociata per distruggere l’Obamacare e per togliere a milioni di persone qualsiasi forma di assicurazione sanitaria. Ha smantellato quella che era l’equipe di specialisti in pandemia del Consiglio di Sicurezza Nazionale. Si trattava di un dream team creato da Obama, e lui li ha licenziati pochi mesi prima che iniziasse tutto questo. Ha soppresso i finanziamenti al programma USAID Predict, una equipe che lavorava con il laboratorio di Wuhan al rilevamento precoce del virus prima che facesse il salto sugli esseri umano. Ma il problema non è Donald Trump. È tutto il Partito Repubblicano. Quello che non ho saputo prevedere e che non potevo aspettarmi è come, subito dopo le elezioni, avrebbe controllato il partito ed avrebbe epurato i conservatori tradizionali per renderlo una setta per il 30% della popolazione. E a partire dal mese di aprile sta minando la risposta alla pandemia usando le reti del Tea Party per mobilitare i pazzi chiedendo la riapertura, o per screditare l’idea di utilizzare le mascherine. Trump è diventato di per sé un vettore di una malattia mortale.

 

Domanda: In una città come Los Angeles – che lei ha studiato tanto – quali conseguenze economiche della pandemia vede a lungo termine?

Risposta: Parecchie. Con ogni probabilità, la più importante è l’attacco ai mezzi di sussistenza dei lavoratori poveri disoccupati. Sono questo genere di condizioni ad aver provocato i tumulti avvenuti nel 1992. A quei tempi, la maggioranza dei detenuti non erano neri, erano immigranti messicani e salvadoregni. Fu a causa della recessione di quell’anno, e del fatto che per le persone non esisteva alcuna rete di sicurezza sociale. Oggi, queste condizioni si stanno riproducendo su una scala molto più ampia. E perciò la situazione è peggiore di quella che c’era durante quella recessione e di quella che c’era nel 2008, e non abbiamo visto ancora il suo pieno impatto. A livello micro-economico, quello delle famiglie, le persone non stanno ricevendo alcuna informazione su come devono  fare per affrontare decisioni come quella di mandare i figli a scuola e come pianificare il futuro. Quello che non andrebbe mai dimenticato, e che riguarda la California del Sud, è l’enorme prezzo che la popolazione migrante ha pagato per poter realizzare i suoi piccoli e modesti sogni. E quando questo viene loro tolto, allora vedremo rabbia e disperazione. Vedremo una disillusione ed un malcontento, a livello nazionale, che colpirà le strade.

 

(traduzione di https://francosenia.blogspot.com revisione a cura della redazione di Thomasproject)